Novanta minuti non bastano per avvicinarsi al mondo del Whisky, ma rappresentano un buon punto di partenza per addentrarci nel connubio vincente tra letteratura e single malt, organizzato da Valeria Bassetti Marketing Manager dell’Enoteca Del Frate.
Franco Gasparri, Master Ambassador Diageo, insieme a Pino Perrone, sommelier, esperto di whisky e co-organizzatore del Whisky Festival, ci hanno guidato in questo percorso attraverso le diverse sfumature di tre dei prodotti per eccellenza della centenaria distilleria scozzese Lagavulin.
Gasparri ci conduce in un viaggio che parte dalla Limited Edition 8 anni, prodotta per commemorare il bicentenario di Lagavulin nel 2016. Un prodotto non filtrato a freddo, che gli permette di conservare tutti i sentori iniziali delle materie prime con cui è stato distillato. Dalle tonalità giallo paglierino quasi dorate. Profumo con note fresche, morbide e pulite, che però nascondono un gusto decisamente più intenso di quello che ci si potrebbe aspettare.
Dopodiché il 12 anni, un prodotto imbottigliato Cask-strength (dalla botte alla bottiglia senza alcuna diluizione) con un grado pieno di 57,8% vol. Intenso al naso per via della sua gradazione con note affumicate, aromi dolci cioccolatosi e quasi pepati. Speziato e dolce al palato, sentori affumicati che ricordano le caldarroste autunnali.
E per finire, il best-seller: Lagavulin 16 anni, un whisky dolce, intenso grazie al suo invecchiamento lento in ex botti bourbon di quercia. Colore carico quasi ambrato. Aromi decisi sentori marini e quasi medicinali. Basta un sorso…a occhi chiusi e veniamo catapultati nella selvaggia isola di Islay.
Una degustazione arricchita dalla letteratura
Il risultato della degustazione all’enoteca del Frate è stata una Master Class diversa, dove il tasting va aldilà del gusto. Perroni analizza dei frammenti dei romanzi di alcuni autori, tra i quali Jean Claud Izzo, Manuel Vázquez Montalban o Santiago Gamboa. Risulta curioso notare le numerose occasioni in cui viene citato il Lagavulin nei loro racconti, dimostrandosi tutti quanti grandi amanti del Whisky.
La nota interessante risiede sicuramente nel costatare come questi autori utilizzassero il Lagavulin come elemento di realtà. Un dono da regalare ai loro personaggi per rendergli più veri e vicini alla loro esistenza. Il whisky trapassa così la linea fisica immaginaria, dal bicchiere dello scrittore alle pagine del suo romanzo con la naturalità con la quale lo sorseggiano i suoi personaggi.